Obiettivo della terapia occupazionale è rendere le persone capaci di partecipare alla vita quotidiana anche in situazioni di disabilità invalidanti come nell’anziano con demenza. È per questo che il centro diurno Piccola Casa Beata Chiara è stato il primo in Puglia a prevedere nel proprio organico questa figura professionale, della quale oggi 24 maggio si festeggia la Giornata nazionale.
Lo strumento terapeutico utilizzato nelle attività di terapia occupazionale sono appunto le occupazioni, ovvero le attività significative per la persona, quelle che ritiene valide e interessanti (o piacevoli), che forniscono motivazione e soddisfazione oltre che stimolare le risorse personali: «Per noi – spiega Serena Montemagno, prima terapista occupazionale assunta nella Piccola Casa – è fondamentale il rapporto diretto con l’anziano e la sua famiglia, perché soltanto così si possono promuovere le abilità e quindi l’autogestione, per quanto possibile, nel proprio ambiente di vita». «Il terapista occupazionale – prosegue – considera la salute nell’accezione più ampia del termine, cioè come condizione di benessere fisico e psichico dell’individuo ed è per questo impegnato in attività di prevenzione, cura e riabilitazione, attraverso l’educazione o la rieducazionea uno stile di vita sano, con l’obiettivo ultimo della autonomia funzionale migliore possibile».
«Poter contare sull’apporto di questa figura professionale – afferma il direttore del centro diurno, Antonio Cantoro – dà al nostro lavoro con gli anziani una marcia in più nella lotta contro le demenze: contrastare una malattia subdola come questa, che erode quotidianamente un pezzo della nostra vita, della nostra storia significa innanzitutto provare a contendere il campo di battaglia palmo a palmo, a cominciare proprio dalle abilità di vita quotidiana, facendo in modo di conservarle il più a lungo posisbile. E questo è proprio lo specifico del terapista occupazionale». «Ci auguriamo – conclude Cantoro – che anche la Regione Puglia, nel regolamento regionale al quale sta lavorando proprio in queste ore, includa formalmente nell’organico dei centri diurni il terapista occupazionale, in modo da dare a tutte le strutture come la nostra la possibilità di offrire questa professionalità, proprio come sta facendo per le nuove residenze sanitarie assistite istituite con la legge regionale 53/2017».