«Chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita, chi accoglie gli anziani accoglie la vita».
Vogliamo ripartire da qui, dalle parole del papa emerito, Benedetto XVI, che nell’anno europeo dell’invecchiamento attivo ammonì: «Non ci può essere vera crescita umana ed educazione senza un contatto fecondo con gli anziani, perché la loro stessa esistenza è come un libro aperto nel quale le giovani generazioni possono trovare preziose indicazioni per il cammino della vita».
Gli anni scorsi, in giornate come questa gli Amici della Piccola Casa erano intenti a preparare l’appuntamento con i bambini dell’Agribio scuola Villa dei cedri nel solco del nostro comune progetto di educazione intergenerazionale. Quest’anno invece, da quando loro a scuola e noi al centro diurno abbiamo ripreso dopo il lockdown, viviamo soltanto il desiderio di un nuovo abbraccio e intanto la nostalgia per la distanza forzata.
I Nostri hanno composto una filastrocca che, scritta su un cartellone, sarà recapitata domani ai nipotini di Villa dei cedri, insieme a un abbraccio virtuale stampato su carta fotografica. Perché quest’anno ricorre il trentennale della istituzione della Giornata internazionale delle persone anziane e – come ha notato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – la ricorrenza «assume un significato del tutto particolare di fronte alla pandemia che tiene impegnato il mondo intero e che ha fin qui colpito in misura prevalente proprio gli anziani, spezzando vite e affetti, mettendo in evidenza la fragilità della loro salute, costringendoli in molti casi all’isolamento e, dunque, a un rischio di grave emarginazione e discriminazione».
«La qualità del nostro stesso modello di comunità e di sviluppo – ha ricordato il Capo dello Stato – dipende anche da come sapremo garantire i diritti e i servizi ai cittadini di età più avanzata e da come sapremo integrarli nei processi sociali, incalzati da mutamenti molto veloci ma sempre bisognosi di dialogo e di solidarietà». Un monito che ci auguriamo sia raccolto dalle istituzioni pubbliche, la Regione Puglia in particolare, perché colga il peso della responsabilità e il valore dei servizi offerti dalle strutture sociosanitarie per anziani non autosufficienti e avverta l’urgenza di un intervento che ne garantisca la sopravvivenza.